Gli avvocati di Bossetti hanno parlato di «confronto acceso» in aula e hanno detto che la Procura ha definito «degli scartini» i reperti diversi dalla traccia 31G 20, con il Dna trovato sui leggins della ragazza. La traccia 31 G20 che rappresenta la ‘prova regina’ nel processo «è forse l’unica traccia che è effettivamente esaurita, stando alle dichiarazioni dei consulenti di allora», hanno spiegato i legali che chiedono comunque di poter esaminare tutti gli altri reperti che la Procura avrebbe definito «scartini» in quanto – hanno riferito – «di secondaria o nulla importanza».
Difesa Bossetti: ripristinare legalità
Massimo Bossetti ha chiesto alla Corte d’assise di Bergamo che «sia prima di tutto ripristinata la legalità», ha detto uno dei suoi legali, Paolo Camporini, al suo arrivo in tribunale a Bergamo. «Chiede sia ripristinata non solo la legittimità ma anche la legalità », ha detto Camporini. L’udienza si svolge a porte chiuse. Da tempo i suoi avvocati stanno lavorando in vista di una richiesta di revisione della sentenza e, in questo senso, chiedono di aver accesso ai reparti e hanno anche messo in dubbio che i campioni di Dna siano stati conservati correttamente.
Yara Gambirasio era scomparsa da Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo il 26 novembre del 2010 e fu trovata morta in un campo a Chignolo d’Isola, ad alcuni chilometri di distanza, tre mesi dopo. Fu solo nel giugno del 2014 che venne individuato Massimo Bossetti, muratore di Mapello, paese del circondario, come possibile autore del delitto. Bossetti fu condannato all’ergastolo e la sentenza fu confermata dalla Cassazione.